mercoledì 26 settembre 2007

STORIELLA

La racconto in questo modo:
Un collega sbaglia una cucina - chissa se gli hanno decurtato la provvigione - i clienti vengono dal sottoscritto... e chiedono un po' di articoli, determinati, chiari, veloci
Li seguo
Sanno cosa vogliono e mi dicono che devono arrivare ad una determinata cifra, che e' un abbuono (un ragalo o chissa cos'altro, per gli errori, i disagi, i pianti le lacrime, fate un po' voi..)
Determiniamo il tutto. Scrivo gli articoli, il prezzo dei singoli articoli e il totale, su un foglio
Ora devono avere l'approvazione del responsabile di negozio
Li invito ad andare loro da Lui; mi rispondono che Lui ha detto loro che lo devo chimare io.
Cosi' faccio; velocemente spiego e lui mi dice di fare uno sconto della meta' dell'importo totale.
Lo spiego ai due clienti.
Mi dicono che fino a prima di venire da me, Lui non gli ha detto la meta' di quello che loro subito mi hanno detto di voler raggiungere come valore.
Dico al responsabile di negozio che i Signori non sono d'accordo e che scenderenno da Lui.
La Signora mi dice "Mi sembrava troppo bello e facile" ci salutiamo e loro scendono dal responsabile di negozio.
Non li ho piu' visti.
Poi penso:
Ho lavorato per fare in modo che i clienti, che dicono hanno patito tanti disagi per una serie di errori, avessero quanto mi hanno comunicato di aspettarsi. Ma, io, sono un venditore a provvigione e da questo lavoro non avrei avuto nessuna provvigione.
E penso: "Ma perchè questi clienti non sono stati affidati o seguiti da un dipendente e magari, per fare bene le cose, questo dipendente non e' stato debitamente istruito dal responsabile di negozio alla presenza dei clienti stessi?
Magari in questo modo non si perdeva tempo, magari non si faceva una ennesima brutta figuira e magari io quel tempo avrei potuto dedicarlo a vendere davvero - vendere per guadagnarmi qualcosa"
Penso....

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